"La morte è il centro di una lunga vita”, afferma un antico detto dei Druidi.
Raccontato così, suscita una certa curiosità e ha persino un suo fascino.
Siamo abituati a pensare alla morte come alla fine.
Stop, fine dei giochi, fine del viaggio, fine di TUTTO.
Eppure, in molte culture non è così, e a me piace aprire finestre su altre culture perché allargano il mio orizzonte.
Buddhismo e Induismo ci parlano di reincarnazione, di innumerevoli esistenze in cui si dispiega la nostra vita, secondo quello che viene chiamato Samsara, il ciclo di vita, morte e rinascita, rappresentato da una ruota.
Altre filosofie, come quella dell’Advaita Vedanta, affermano che la morte non esiste, non muoriamo e non nasciamo.
Te lo spiego così. Immagina uno schermo cinematografico su cui è proiettato un film e tu lo stai guardando. Alla fine il film finisce e la luce si spegne, ma i protagonisti non sono morti davvero, tutto quello che è accaduto era solo opera della fantasia.
La nostra vita è quel film, ma noi siamo lo schermo, non c’è morte, non c’è fine. Esistiamo al di là del tempo, dello spazio e delle forme. Una visione tremendamente affascinante, vero?
Secondo queste culture la morte è qualcosa al centro di una più grande esperienza di vita. E’ una trasformazione, un passaggio, un qualcosa che continua altrove, in un altro Mondo.
Ci sono anche figure particolari, gli psicopompi, che hanno la funzione di accompagnare le anime durante la trasferta.
Alcuni sciamani hanno questa funzione.
I nostri antenati, seppure non più presenti sulla Terra, sono in questi altri Mondi, ci proteggono e li possiamo incontrare, se lo desideriamo.
E in giorni così speciali come quelli che cadono tra il 31 ottobre, cioè Samhain, e il 2 novembre, Festa dei morti, il velo che separa il nostro mondo e il loro si fa particolarmente sottile, cosicché diventa più semplice incontrarli.
Ti propongo una Meditazione per incontrare una persona a te cara che non è più con te.
Se la tua giornata è stata piuttosto pesante e ti è possibile, fai una doccia prima della meditazione, perché ti aiuterà a scaricare le energie negative (l’acqua è un ottimo conduttore).
Scegli un luogo in cui sai che potrai stare tranquilla.
Accendi una candela e un incenso.
Fai alcuni respiri profondi e chiudi gli occhi.
Nei primi 3 respiri concentrati sulle tensioni fisiche presenti nel tuo corpo e lasciale andare progressivamente.
Nei successivi 3 respiri concentrati sulle tensioni emotive e lasciale andare progressivamente.
Negli ultimi 3 respiri concentrati sulle tensioni presenti nella tua mente e lasciale andare progressivamente.
I 9 respiri così suddivisi si rifanno alla pratica buddhista del Chöd.
Con la mente recati nel tuo Giardino Interiore, in un luogo che ami o un luogo familiare alla persona a te cara.
Guardati intorno e prendi confidenza con il luogo.
Osserva i colori, la luce, la temperatura, quello che è presente e trova una sistemazione per te.
Chiama mentalmente la persona a te cara e chiedile di raggiungerti lì.
Immagina di vederla arrivare, di raggiungerti dove sei e di sistemarsi vicino a te.
Resta così alcuni istanti, il tempo di qualche respiro.
Dille quello che senti di doverle dire, falle le domande alle quali hai bisogno che ti risponda.
Resta con lei tutto il tempo che ti serve e lascia che emerga spontaneamente quello che deve venire fuori.
Alla fine della meditazione ringraziala, chiedile se ha bisogno che tu faccia qualcosa per lei e poi salutala.
Resta con gli occhi chiusi ancora qualche istante, fai 3 respiri profondi e poi riapri gli occhi.
Com’è andata?
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