La Torre: ovvero, non tutti gli scossoni vengono per nuocere




La Torre insegna che occorre distruggere per poter ricostruire, voltare pagina per iniziare il nuovo capitolo, chiudere la porta per lasciare andare il passato e far sì che il futuro possa entrare. 

Spesso non ce ne accorgiamo, ma è come se volessimo portarci dietro tutto e tutti; situazioni che ci hanno indebolito, che ci hanno fatto soffrire, che non possono insegnarci più nulla né farci integrare esperienze o vivere aspetti pur oscuri di noi stessi. Eppure quella porta non riusciamo a chiuderla.

Quante volte ti sorprendi a fare un dialogo nella tua mente con quella persona, e nella vita reale non la vedi e non la senti da mesi, o da anni? Sei ancora attaccato a lei, e la tua energia psichica vi lega come se il tempo non fosse trascorso.

Non siamo consapevoli del fatto che ogni notte, andando a dormire, una parte di noi muore e solo quelle poche ore di sonno bastano perché nasca una persona nuova.

Ogni mattina dovremmo celebrare la nostra rinascita. Considerare quei blocchi accatastati, franati, gettati qua e là come potenzialità costruttiva allo stato puro, piuttosto che come macerie. Poiché, in ogni istante, noi siamo il nostro progetto, non le lezioni preziose che abbiamo bollato come fallimenti.

(Gabriele Policardo)

pubblicato il 09/12/2013

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