Il 21 giugno 2013, alle 5:04, avremo il
Solstizio d'estate: il giorno ha la massima durata in termini di ore di luce e la notte quella minima in termini di oscurità.
Per gli Inca, divinità Inti è il Sole, sovrano della Terra, figlio di Viracocha, il creatore, e padre della sua personificazione umana, l'imperatore.
Per i Maya il Sole è il supremo regolatore delle attività umane, sulla base di un calendario nel quale confluiscono credenze religiose e osservazioni astronomiche per quell'epoca notevolmente precise.
Tra gli indiani d'America il Sole è simbolo della potenza e della provvidenza divine.
Presso gli Aztechi è assimilato a un giovane guerriero che muore ogni sera e ogni mattina risorge, sconfiggendo la Luna e le stelle.
Tutto il culto degli antichi Egizi è dominato dal Sole, chiamato Horus o Kheper al mattino quando si leva, Ra quando è nel fulgore del mezzogiorno e Atum quando tramonta.
Tale giorno era considerato sacro nelle tradizioni precristiane ed ancora oggi viene celebrato dalla religiosità popolare con una festa che cade qualche giorno dopo il solstizio, il 24 giugno, quando nel calendario liturgico della Chiesa latina si ricorda la natività di San Giovanni Battista.
E nella festa di San Giovanni convergono i riti indoeuropei e celtici esaltanti i poteri della luce e del fuoco, delle acque e della terra feconda di erbe, di messi e di fiori.
Nelle leggende si parla anche di un'erba piccolissima e sconosciuta, detta Erba dello Smarrimento. Si dice che essa venisse seminata dalle Fate e dai Folletti nei luoghi da loro frequentati e, calpestata, avrebbe allontanato dalla retta via il malcapitato. A questa leggenda si intreccia quella, di origine tedesca ma alquanto diffusa nel biellese, che, se taluno passa vicino alla magica fioritura della felce, nella notte di San Giovanni, senza raccogliere il seme che la pianta lascia cadere, sarà condannato a smarrirsi per via, anche se percorre strade a lui note.
[fonte: ginevra2000]Il sole di S. Giovanni è il sole che muta direzione, “colpito a morte” perché appare sempre più basso all’orizzonte e nel folklore è anche chiamato “Giovanni che piange” al contrario di S. Giovanni Evangelista detto “Giovanni che ride”. Per questi ed altri motivi tutte le usanze comuni alla festa del 24 giugno hanno, ancora oggi, la funzione di proteggere il creato e tutto ciò che è legato alla generazione e fruttificazione. Tutto il mondo vivente nella notte tra il 23 e 24 subisce un influsso positivo.
L’uso di
raccogliere le erbe benefiche, la credenza legata alla rugiada di quella notte, l’abitudine di raccogliere le
noci per farne un benefico liquore, l’accensione di falò, le danze, le feste, stanno ancora ad indicare che il solstizio estivo è il segno della congiunzione tra la consapevolezza e l’inconscio e che l’unione tra l’Eterno Femminile e L’Eterno Maschile è l’ideale principe del genere umano, ma anche che tale ideale per concretizzarsi deve essere compreso e perseguito.
[fonte: magia del solstizio d'estate]